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Il programma 2007- 2013

Metodologia - Il flusso logico del PSR

Per impostare adeguatamente il Modello, si è ritenuto necessario in primo luogo definire in modo articolato il flusso logico del PSR, ovvero la catena di relazioni, passaggi ed elementi che partono dall'analisi di contesto per finire con le misure e azioni.

In termini pratici, il flusso è stato suddiviso in tre fasi:

  1. fase analitica: dagli elementi dell'analisi di contesto, successivamente riassunti dalle matrici SWOT, si giunge alla definizione dei fabbisogni prioritari.
  2. fase strategica: dai fabbisogni si giunge alla definizione degli obiettivi del Programma, successivamente articolati nelle Azioni chiave.
  3. fase attuativa: per ciascuna azione chiave si individuano le misure richiamate, le eventuali azioni di cui queste ultime si compongono, e i criteri di selezione delle operazioni.

In ciascuna fase sono evidenziate le tipologie di indicatori richiamati e la loro funzione.

Fase analitica

Nella fase analitica la descrizione del contesto è supportata da due tipi di indicatori:

  • Indicatori iniziali di contesto, che quantificano appunto gli elementi generali del contesto in cui si inserisce il Programma;
  • Indicatori iniziali di obiettivo, che quantificano aspetti del contesto sul quale ci si attende un effetto del Programma, e che pertanto possono essere messi in relazione anche con i fabbisogni.

grafico indicatori iniziali di contesto e di obiettivo

L'analisi di contesto è articolata per temi (che in proiezione rimandano sostanzialmente agli assi del Programma) e riporta inoltre le considerazioni per singoli settori o filiere produttive, da cui si potranno ricavare, nei blocchi successivi, priorità settoriali da includere nelle azioni chiave o nelle singole misure.
Le matrici SWOT sintetizzano l'analisi di contesto e sono articolate per temi e aree (con indicazione di rilevanza di ciascun item rispetto alle 4 aree PSR).
I fabbisogni rappresentano l'esito finale della fase analitica e costituiscono l'elemento di articolazione tra questa fase e la fase strategica. Sulla base della rilevanza territoriale dei fabbisogni si possono ricavare successivamente priorità territoriali.

Fase strategica

La fase strategica, sulla base dell'insieme dei fabbisogni, individua gli obiettivi del programma. Questi ultimi si articolano in 3 livelli:

  1. obiettivi generali: corrispondono ai singoli assi del Programma e definiscono i quattro grandi ambiti di intervento, ovvero competitività, ambiente, economia rurale, Leader;
  2. obiettivi prioritari: articolano i precedenti Obiettivi, tendenzialmente, in sottoassi; sono in diretta relazione con quelli del PSN;
  3. obiettivi specifici: esprimono in modo più dettagliato l'orientamento strategico del PSR; si articolano successivamente in azioni chiave.

grafico obiettivi specifici e azioni chiave

I fabbisogni prioritari, come prima riportato, sono in relazione con gli indicatori iniziali di obiettivo.
Le azioni chiave costituiscono l'articolazione operativa della strategia: si possono infatti immaginare simili a tanti “mattoncini” orientati al soddisfacimento di uno o più fabbisogni. Per ciascuna di esse si possono individuare priorità generali, territoriali e settoriali, definite sulla base degli elementi raccolti nell'analisi di contesto, delle indicazioni della Commissione Ue o ancora del vincolo di specifici aspetti legislativi.
Ogni azione chiave giustifica il ricorso a una o più misure, evidenziando spesso gli elementi di complementarietà e di sinergia che incorrono tra più misure anche di assi diversi.

Fase di attuazione

La fase di attuazione fa riferimento alle misure del Programma, attivate sulla base delle esigenze espresse dalle azioni chiave.

grafico fase di attuazione come conseguenza delle azioni chiave

Le misure possono essere articolate in azioni; per ciascuna di esse la fase attuativa del programma deve tenere conto di eventuali priorità e degli aspetti che ciascuna misura definisce in termini di target di beneficiari, vincoli, meccanismi attuativi.
Le misure sono in relazione con tre tipologie di indicatori:

  • indicatori di prodotto, che quantificano gli aspetti realizzativi “fisici”, quali ad esempio il numero di beneficiari e di impianti, gli ettari…
  • indicatori di risultato, che quantificano il contributo della misura all'ottenimento dei principali effetti diretti costituenti l'obiettivo del Programma;
  • indicatori di impatto, che fanno riferimento alle ricadute generali della misura in termini di contributo al miglioramento del sistema economico e ambientale.

Gli indicatori di risultato e di impatto di ciascuna misura contribuiscono ad alimentare i corrispondenti indicatori complessivi, ai quali concorrono più misure che, in genere, fanno parte dello stesso asse e sottoasse.

Attraverso i risultati e gli impatti determinati dalle misure, singolarmente e nel complesso, si dovrebbe inoltre verificare un cambiamento del sistema che sarà anche registrato, nel corso del tempo, dal variare degli indicatori iniziali di obiettivo.

Legami e corrispondenze tra le fasi

Lo schema riassume le relazioni che intercorrono tra i diversi tipi di indicatori del Programma e le tre fasi logiche.

grafico relazioni tra tipi di indicatori del programma e fasi logiche